lesione del menisco

lesione del menisco

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Lesione al menisco

 

Le lesioni al menisco sono molto comuni e interessano principalmente gli sportivi che sforzano continuamente questa parte del corpo, come i giocatori di calcio. Tuttavia chiunque, e per diversi fattori, può lesionarsi un menisco.

 

Lesioni degenerative

Le persone anziane hanno più probabilità di subire lesioni meniscali degenerative in quanto il tessuto cartilagineo del menisco si indebolisce e si logora nel tempo a causa di attrito eccessivo tra tibia e femore. Diverse sollecitazioni, quali inginocchiarsi o trascorrere molto tempo in posizioni sbagliate, sono altamente dannose e, giorno dopo giorno, possono portare alla rottura del menisco.

 

Lesioni traumatiche

Una lesione traumatica si verifica di solito con una brusca torsione con il piede fermo al terreno o con una eccessiva flessione del ginocchio

 

I sintomi

I sintomi della lesione del menisco si manifestano soprattutto con dolore acuto e localizzato. Il dolore differisce nella sua localizzazione in base al tipo di lesione. Se si rompe il menisco mediale fa male la parte interna del ginocchio; se si ha una rottura di quello laterale il dolore è localizzato più esternamente. Segue spesso il rigonfiamento e una ridotta mobilità del ginocchio.

Per una corretta diagnosi, è necessaria una visita medica eseguita da uno specialista ortopedico e degli esami strumentali:

– radiografia, fondamentale per escludere eventuali lesioni osteocondrali associate;

– risonanza magnetica, che evidenzia la lesione a carico del tessuto meniscale.

Nella maggior parte dei casi, se la lesione è stabile, si può intervenire con un trattamento fisioterapico adeguato alla situazione personale. Altrimenti sarà necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Pronazione del braccio

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Attenzione,  piccoli gesti potrebbero essere dannosi per i nostri piccoli.

 

La pronazione del braccio è molto frequente nei bambini al di sotto dei cinque anni di età. Si verifica a causa di movimenti sbagliati che provocano una lieve lussazione del gomito attraverso una parziale fuoriuscita (sublussazione) del radio, uno delle due ossa dell’avambraccio. Il braccino del bambino  si gira all’interno (pronato) ed è molto dolente.

 

Si rischia di provocare la pronazione dell’arto quando il bambino viene sollevato per un braccio o afferrato dal polso con un improvviso ‘strattone’ all’avambraccio o ancora quando il bambino stesso cade sul suo braccio.

Nella maggior parte dei casi il bambino che vive questo trauma mostra l’arto superiore che pende lungo il fianco con la mano girata a palmo in sotto e rifiuta qualsiasi movimento per l’intenso dolore.

 

La sublussazione si risolve con una manovra correttiva esercitata dall’ortopedico.

Rabbia e rischio di infarto

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Doppio rischio di infarto in caso di RABBIA

 

Uno studio  condotto da esperti della Harvard University di Boston su un campione di 12.000 persone  ha evidenziato gli effetti della rabbia sul cuore.

I ricercatori hanno sondato gli eventi delle 24 ore che hanno preceduto l’infarto e i dati parlano del 14,4% dei pazienti che ha avuto un eccesso di rabbia e di emozioni negative nelle ore precedenti l’infarto.

Anche un’attività fisica eccessiva svolta in uno stato emotivo negativo può incidere in maniera significativa. I dati dimostrano che il pericolo che questo accada è reale e concreto. L’aumentato rischio di infarto nelle ore successive ad una violenta arrabbiatura o ad un importante stato d’ansia è verosimilmente il risultato di un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, della vasocostrizione e di un’attivazione della coagulazione, tutti fattori associati allo scatenamento di un “attacco di cuore ”.

La collera infatti provoca l’aumento del battito cardiaco, fa alzare la pressione, stringere le coronarie e aumentare la probabilità che placche aterosclerotiche si distacchino, formando dei trombi. Da non sottovalutare il fatto che anche altre malattie, come ad esempio i tumori, possano svilupparsi più facilmente nei soggetti particolarmente stressati, e si sa che la rabbia incide in maniera significativa sullo stress.

Molti sono i danni che uno stato collerico provoca, danni che possono essere evitati imparando a gestire la propria ira e le reazioni conseguenti. Le persone che più di tutte dovrebbero evitare di arrabbiarsi sono i soggetti già ad alto rischio cardiovascolare, come i pazienti che soffrono di ipertensione arteriosa. Il cuore, infatti, è il primo organo a risentirne seriamente, così come il fegato e la cistifellea che si trovano a dover fare i conti con una secrezione massiccia di bile che viene prodotta in eccesso proprio quando si perde il controllo. E ancora, i danni all’intestino: colon irritabile e diarrea. Puntuale la gastrite, con reflusso gastro-esofageo, con bruciori e dolori allo stomaco.

È quindi fondamentale riuscire a gestire la rabbia e cercare di calmarsi, quando questa arriva irruenta, respirando, facendo respiri lunghi e lenti. Questo semplice atto ha, in effetti, il potere di normalizzare la percentuale di anidride carbonica ed ossigeno nel cervello.

Acne e bellezza

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I risultati di una ricerca inglese, svoltasi precisamente a Londra, hanno evidenziato che i soggetti che hanno sofferto di acne durante l’adolescenza  si ritrovano con una pelle più elastica e tonica nella mezza età e mostrano più tardi i segni di invecchiamento( comparsa di rughe e assottigliamento della pelle) rispetto a coloro che non ne hanno sofferto.

La pelle di chi ha sofferto di acne, invecchia più lentamente rispetto a quella dei coetanei in quanto c’è stata una maggiore attività delle ghiandole sebacee con conseguente maggiore secrezione di sebo che porta a mantenere più giovane la pelle.
I dermatologi ricercatori  hanno intervistato un gruppo di donne gemelle e i dati raccolti sono stati sottoposti ad analisi statistiche tenendo conto di fattori quali l’età, il peso, l’altezza ed eventuali legami di parentela.

I partecipanti hanno fornito campioni di globuli bianchi, che sono stati poi analizzati per la lunghezza dei telomeri (porzioni terminali nei cromosomi dei globuli bianchi). Quello che è emerso è che i  telomeri nei globuli bianchi di soggetti che hanno sofferto di acne risultano significativamente più lunghi rispetto ai soggetti ritenuti sani.

In altre parole, l’invecchiamento della pelle può essere ritardato perché i telomeri più lunghi nelle cellule li proteggono dal deterioramento.

Onicocriptosi o unghia incarnita

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Prevenire, curare e trattare l’Onicocriptosi (unghia incarnita).

Il termine Onicocriptosi deriva dal greco (onico = unghia) (cripto = nascosto) ed è una patologia molto frequente dell’unghia, più comunemente definita “unghia incarnita”.

Si manifesta spesso quando si tagliano le unghie dei piedi arrotondandone gli angoli, in modo che il profilo dell’unghia segua quello del dito: in realtà questa tecnica può indurre l’unghia a penetrare sotto la pelle. (foto 1)

Unghia incarnita

Foto 1. Unghia incarnita

 

 

 

 

 

La lesione della cute fa da tramite alla flora batterica e micotica che diviene parassitaria e produce una vera e propria infezione locale, assistendo nella maggior parte dei casi alla formazione di un granuloma. Inizialmente il paziente avverte un lieve dolore alla deambulazione o alla compressione della lamina, il solco inizia ad arrossarsi, successivamente l’unghia comincia a penetrare in profondità e il dolore diventa più marcato e costante. (foto 2)

Flogosi unghia incarnita

Foto 2. Flogosi dei tessuti periungueali. Formazione di tessuto di granulazione

 

 

 

 

L’alluce è il dito più comunemente coinvolto ma si possono incarnire anche le altre dita dei piedi.

È una patologia che colpisce soprattutto i giovani. Tra le conseguenze più comuni vi sono:

– taglio scorretto della lamina ungueale;

– traumatismo diretto sull’unghia o sulla matrice;

– pliche ungueali ipertrofiche;

– presenza di un secondo dito che tende a sovrapporsi al primo;

– particolari morfologie ungueali: unghie particolarmente involute o sottili che risultano essere in questo caso più taglienti e più soggette a rotture (soprattutto nei bambini);

– particolari condizioni fisiologiche come la gravidanza;

– uso di calzature improprie;

– iperidrosi.

Terapia

La terapia podologica consiste nel taglio longitudinale e obliquo della lamina ungueale (che si deve spingere fino oltre il granuloma) per togliere lo sperone di unghia incarnita; successivamente si medica la parte trattata per riparare la lesione. In contemporanea con il trattamento si può realizzare un divaricatore tra I e II dito per alleviare dolori o fastidi causati dalla pressione laterale tra unghia e bordi peri-ungueali. In seguito è consigliabile rieducare l’unghia per evitare recidive attraverso una resina medicale garantendo la corretta fuoriuscita dell’unghia stessa durante la crescita.

Prevenzione

Per prevenire l’onicocriptosi è importante imparare a tagliare correttamente le unghie. Il taglio deve essere fatto in modo lineare e squadrato, devono essere mantenuti gli angoli dell’unghia e rispettata la fisiologia dell’apparato ungueale. Le unghie dei piedi devono essere ben dritte e non troppo corte. (Foto 3)

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Foto 3. Taglio dell’unghia

 

 

 

 

 

 

 

 

La scelta della calzatura è molto importante per prevenire le lesioni ungueali. La lunghezza della scarpa non deve essere mai precisa ma sempre più lunga, la tomaia deve essere comoda e non deve comprimere il piede e le unghie. Le calze e i calzini non devono mai essere eccessivamente tirati ma devono lasciare libertà di movimento alle dita, bisogna evitare scarpe troppo strette, soprattutto nella punta.

dott.ssa Ilenia Strani – podologa

Aritmia cardiaca

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L’aritmia cardiaca è un battito cardiaco irregolare. Una frequenza cardiaca normale varia da 50 a 100 battiti al minuto. Le aritmie possono verificarsi con una frequenza cardiaca normale, con frequenze cardiache lente (meno di 50 battiti al minuto) e nei casi di frequenza cardiaca rapida (più veloce di 100 battiti al minuto).

Per comprendere l’aritmie, bisogna studiare Il sistema elettrico  del cuore. Il sistema elettrico del cuore controlla la velocità e il ritmo cardiaco.

A ogni battito cardiaco corrisponde un segnale elettrico estende dalla parte superiore del cuore al fondo.

Ogni segnale elettrico ha inizio in un gruppo di cellule denominate nodo del seno o nodo senoatriale nodo (SA). In un cuore adulto, sano e a riposo il nodo SA invia un segnale elettrico per iniziare un nuovo battito cardiaco da 60 a 100 volte al minuto.

Dal nodo SA il segnale elettrico si propagae e questo fa sì che gli atri iniziano a contrarsi e a pompare sangue nelle due camere inferiori del cuore, i ventricoli.

Il segnale elettrico viaggia verso il basso e raggiunge un gruppo di cellule chiamato nodo atrioventricolare (AV), situato tra atri e ventricoli. Qui, il segnale rallenta solo un po ‘, consentendo ai ventricoli di finire il riempimento delle camere con il sangue.

Il segnale elettrico lascia poi il nodo AV e viaggia lungo il fascio di His. Questo percorso si divide in una branca destra e una branca sinistra. Il segnale va giù e raggiunge i ventricoli, inducendoli a contrarsi e pompare il sangue ai polmoni e al resto del corpo.

I ventricoli poi si rilassano e inizia di nuovo il processo, un nuovo battito cardiaco ricomincia dal nodo SA.

Un problema in qualsiasi fase di questo processo può causare un’aritmia.

Ci sono molti tipi di aritmia. La maggior parte delle aritmie sono innocue, ma alcune non lo sono.

Anche gravi aritmie spesso possono essere trattati con successo. La maggior parte delle persone che hanno aritmie sono in grado di vivere una vita normale e sana.

Il campo visivo computerizzato

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L’esame più complesso e uno dei più dei longevi dell’oftalmologia

Campimetro statico

Il campo visivo (o esame campimetrico) esprime l’insieme di punti nello spazio percepiti mantenendo fisso lo sguardo in una determinata direzione.

Esso si riferisce alla superficie totale in cui gli oggetti possono essere visti nella visione laterale (periferica), quando ci si concentra gli occhi su un punto centrale.

L’esame consiste nell’individuare all’interno di una cupola una serie di stimoli luminosi, di varia forma ed intensità secondo un ordine casuale.
L’esame viene eseguito in una stanza con poca luce o al buio. Il campo visivo può essere eseguito da tutti, non è invasivo e ed è indolore.
Il test può essere alterato da una scarsa collaborazione del paziente all’esame o da opacità dei mezzi diottrici (come la presenza di cataratta).

Il campimetro è uno strumento in uso clinico sin dalla metà del XIX secolo. È uno degli esami più longevi della diagnostica dell’occhio.
Viene esaminato un occhio per volta e l’occhio adelfo invece verrà occluso.

Come prepararsi all’esame

Nessuna preparazione speciale è necessaria.

Come si sentirà dopo l’esecuzione dell’esame

Non vi è alcun disagio con questo test.

Perché il test viene eseguito

Questo esame mostrerà se è presente una perdita di vista, o una diminuita sensibilità alla luce, in qualsiasi punto del campo visivo. La perdita di visione del campo visivo può essere a carico di patologie oculari o a carico di patologie del sistema nervoso centrale come neoformazione tumorali benigne e non.

In quali malattie o condizioni cliniche può essere utile eseguire il campo visivo?

Calo del visus
Visione offuscata
Diabete
Glaucoma
Alta pressione sanguigna
Degenerazione maculare
Sclerosi multipla
Patologie neuro degenerative
Retinopatia da farmaci (idrossiclorochina / Plaquenil, Tamoxifene ETC…)
Glioma ottico
Disturbi della ghiandola pituitaria
Distacco della retina
Ictus
Patologie vascolari retiniche.

 

Fattori di rischio della cataratta nelle donne post menopausa

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Cataratta

La cataratta è una mallattia dell’occhio che dá l’opacizzazione del cristallino dovuta alla denaturazione delle sue proteine. Per poter tornare ad acquisire una visione chiara, l’unica terapia da eseguire è l’intervento chirurgico. In Italia si seguono circa 500.000 interventi l’anno.

 

Le due immagini si riferiscono: la prima a un occhio sano, la seconda a un occhio affetto dalla cataratta

Le due immagini si riferiscono: la prima a un occhio sano, la seconda a un occhio affetto dalla cataratta

Un recente studio, su 89.434 donne, ha identificato i fattori di rischio per la patologia della cataratta nelle donne in post menopausa. Il lavoro scientifico è stato di recente pubblicato nella rivista Ophthalmology. Nello studio tra i fattori di rischi sono stati identificati il diabete, il fumo e l’obesità mentre poca o nessuna correlazione con la patologia della cataratta hanno riscontrato altri fattori quali la somministrazione di terapie ormonali, l’attività fisica e l’utilizzo di sostanze alcoliche.

Labirintite

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Labirintite

 

Le labirintiti otogene rappresentano una complicanza di una otite purulenta cronica. In genere le forme infettive riconoscono una eziologia virale e raramente batterica. Possono essere anche la complicanza di una parotite epidemica, di una sindrome influenzale, della rosolia o della sifilide. Quando non sono su base infettiva si parla invece di labirintosi, su base degenerativa. Nelle laborintosi la sintomatologia è sovrapponibile a quella delle labirintiti.

OCT – tomografia a coerenza ottica – esame che studia la retina

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La tomografia a coerenza ottica (OCT) è un test di imaging non invasivo che utilizza le onde di luce per scattare foto della retina, e in particolare della macula. La macula è una parte della retina deputata alla visione a colori e ad alta definizione.

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Con l’OCT possono essere analizzati e mappati tutti gli strati retinici, inoltre è possibile rilevare lo spessore retinico. Questi dati aiutano a effettuare una corretta diagnosi e a fornire delle indicazioni per il trattamento del glaucoma e delle patologie retiniche, malattie come la degenerazione maculare senile e la retinopatia diabetica.

 

Oct macula

Oct della macula

Oct delle fibre nervose

Oct delle fibre nervose

Corioretinosi sierosa centrale - scansione OCT

Corioretinosi sierosa centrale – scansione OCT

Pucker maculare - scansione OCT

Pucker maculare – scansione OCT

Edema maculare diabetico - scansione OCT

Edema maculare diabetico – scansione OCT

Foro maculare - scansione OCT

Foro maculare – scansione OCT

Trazione vitreo maculare - scansione OCT

Trazione vitreo maculare – scansione OCT

Degenerazione maculare legata all'età - maculopatia - scansione OCT

Degenerazione maculare legata all’età – maculopatia – scansione OCT

Se in atto è presente o è stata presente una di queste condizioni retiniche è importante eseguire l’OCT.

E tu sapevi che…

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